Museomix Firenze 2019

Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze

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Il museo in breve

Il 28 novembre 2019 il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze ha festeggiato 150 anni dalla sua fondazione e per celebrare questo evento ha preso parte a Museomix. Nel tentativo di attivare un ripensamento dell’intera istituzione partendo dalla mission originaria per ricondurla verso una visione contemporanea, accessibile e condivisa, il museo si è aperto al dialogo e al confronto con un pubblico più ampio e diversificato.  Nell’ottica di creare una più ampia comunità di riferimento, il museo si è rivolto a un pubblico locale che quotidianamente vive il quartiere, alla grande community di studenti che affollano Firenze, nonché alle comunità straniere presenti sul territorio fiorentino.

Il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze conserva un’ampia collezione di oggetti antropologici provenienti dall’Africa, dall’Asia, dalle Americhe e dall’Oceania creata in un arco temporale di circa 5 secoli. Il nucleo originale deriva dalle collezioni medicee e, più tardi, da quelle settecentesche del Granduca Pietro Leopoldo. Il Museo fu fondato nel 1869 per volontà di Paolo Mantegazza in un’epoca cruciale per la creazione dell’identità nazionale italiana negli anni di Firenze Capitale. La visione di Mantegazza contemplava un’antropologia intesa come “storia naturale dell’uomo”, un campo di studio olistico che indagasse aspetti scientifici e culturali insieme. Durante il periodo colonialista fascista, il Museo fu trasferito nel prestigioso Palazzo Nonfinito dove tutt’ora dimora.

 

Terreni di gioco

1/ Ripensare il contesto teorico e metodologico del museo attraverso gli strumenti offerti dall’antropologia collaborativa per migliorare l’interpretazione delle collezioni. Attivare delle strategie di contatto con le culture rappresentate nelle collezioni museali al fine di definire una più corretta interpretazione delle stesse. In un’ottica di decolonizzazione, l’antropologia collaborativa si pone come un approccio essenziale per tentare di risolvere contraddizioni inerenti alla cura e alla valorizzazione dei reperti, richiedendo un profondo ripensamento dei contesti teorici e metodologici associati alla ricerca e alla divulgazione dei contenuti. Solo così il museo può diventare un ponte in grado di promuovere il dialogo fra popoli, luogo di incontro e contatto per lo sviluppo delle interazioni tra le persone in vista di un reale abbattimento delle barriere culturali, degli stereotipi e del pregiudizio.

2/ Sperimentare con la tecnologia per migliorare la fruizione delle collezioni permanenti all’interno di uno spazio architettonico limitato. Il museo si caratterizza per la grande varietà di reperti (molti dei quali chiusi in deposito perché i limiti strutturali e architettonici non permettono un’esposizione completa) di diverse origini storiche, geografiche e socioculturali. Ciò comporta una densità di contenuti differenti che avrebbero bisogno di essere comunicati in maniera più efficace all’interno di sale già eccessivamente sfruttate nel loro potenziale architettonico ed espositivo.
3/ Sviluppare le innumerevoli storie raccolte nei reperti a partire dal tema del Viaggio. Raccontare e comunicare i racconti legati alla passione per l’avventura e per la conoscenza che da sempre caratterizza il recupero degli oggetti etno-antropologici. La maggior parte dei reperti racchiusi nelle vetrine e nelle bacheche del museo appaiono come la personificazione delle avventure e dei percorsi intrapresi dai maggiori etnografi-viaggiatori italiani dell‘800. Le collezioni mostrano la genesi delle discipline etno-antropologiche in Italia ma disegnano anche la mappa dei tanti viaggi compiuti dagli studiosi-esploratori che hanno faticosamente contribuito a creare l’identità nazionale anche attraverso il confronto con la diversità e la rappresentazione dell’alterità.

Altri materiali utili

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Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze – Museo di Storia Naturale
Sistema Museale di Ateneo – Università degli Studi di Firenze
www.msn.unifi.it